lunedì 20 febbraio 2017

Lion: la Strada verso Casa


            
          
       
  Regista: Garth Davis

     Trama: Saroo è nato in un piccolo paese dell'India, Ganesh Talai; dove vive con la madre, il fratello Guddu e la sorella Shekila. Un giorno decide di seguire il fratello maggiore che deve svolgere un lavoro notturno, il piccolo si rivela essere però un peso e verrà lasciato dal fratello in una stazione ferroviaria per poi essere ripreso la mattina seguente. Saroo salirà però su di un treno che lo porterà a kilometri di distanza dal suo villaggio, a Calcutta dove si perderà nel groviglio di strade affollate. Salvato da un'associazione, verrà poi adottato da una coppia australiana e crescerà in Tasmania finché i fantasmi del suo passato torneranno a trovarlo.



 
         Commento: devo dire che il trailer mi aveva molto convinto sia per le immagini che per la colonna sonora e quindi mi aveva spinto a guardare questo film, ma la struttura narrativa si è rivelata completamente differente da come me la ero prefigurata. 'Lion' non è un lento riaffiorare di reminiscenze di un giovane uomo che sa di essere stato adottato, ma è un excursus della sua vita, dall'estrema indigenza dell'infanzia sino al presente di un ragazzo nel pieno di una crisi di identità.
Si divide in due parti, una prima in cui seguiamo le disavventure del povero Saroo che si ritroverà nell'immensa città di Calcutta, vediamo un bambino di 5 anni che improvvisamente passa dai magnifici paesaggi di una campagna baciata dal sole nel distretto di Khandwa, al caos, alla sporcizia e alla miseria di una metropoli. Veniamo così a conoscenza delle condizioni in cui si trovano migliaia di persone in India tramite una serie di meravigliose carrellate che immortalano, non solo la miseria ma anche la bellezza di questo paese; possiamo capire il motivo per cui ci si affidi alla religione in tali circostanze come possiamo evincere da alcune sequenze in cui ci vengono mostrati gli usi e i costumi dell'induismo. Il film assume dunque i tratti di un lavoro di tipo documentaristico e di denuncia in cui purtroppo l'attenzione viene posta su tipici stereotipi, ma ci troviamo poi invece sbalzati nel presente in cui vediamo germogliare nel protagonista, ormai adulto, un'ossessione
che lo porterà a distanziarsi da tutti i suoi affetti pur di ritrovare la sua vera famiglia. In questa nuova parte ci vengono presentati nuovi personaggi che vengono analizzati solo superficialmente per poi essere abbandonati in un oblio narrativo (per esempio il fratello adottivo, Mantosh).
La parte realmente toccante ed emotiva si rivela essere condensata negli ultimi 20 minuti di film in cui finalmente Saroo riuscirà a ritrovare il suo paese di origine, la madre e la sorella scoprendo, però, che il fratello è morto. Tutto sommato, a mio parere, il rapporto fra i due fratelli naturali è stato toccato e sviluppato insufficientemente, nonostante il punto focale sembri essere proprio quello.
Questo film non è riuscito a trasmettermi ciò che l'anteprima era riuscita a fare, mi è apparso eccessivamente lungo e, a tratti, inconsistente. Quasi una brutta copia di 'The Millionaire', che, a differenza di 'Lion', è riuscito a trattare più tematiche insieme senza risultare un lavoro prolisso e confusionario.

   Voto: 2/5

Purtroppo una recensione negativa per questo film che invece prometteva molto. Spero che la mia recensione vi sia piaciuta e alla prossima!

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