Autore: Ian McEwan
Trama: Briony è una giovane scrittrice nata negli anni che separarono i due conflitti mondiali e, a soli tredici anni, accusa un innocente di un crimine efferato. Azione che la segnerà per il resto della sua vita, trasformando la sua esistenza in un perpetuo tentativo di redenzione, forse inutile e tardivo.
Edizione: Einaudi Super ET
Commento: parto subito premettendo che avevo già visto il film (del 2007, di Joe Wright) tratto da questo magnifico romanzo e ,quindi, la maggior parte dei colpi di scena mi erano già noti. Ciononostante, il fascino di questo libro non ne ha risentito nemmeno minimamente.
Avevo sempre desiderato leggere il libro, poiché lo spessore dei suoi contenuti mi sembrava degno di essere apprezzato a pieno, cioè tramite il
formato cartaceo.
L'intreccio è coinvolgente e appassionante, quello che si suol dire un libro che ti tiene attaccato alle pagine, costringendoti a leggerle una dopo l'altra, senza concederti un attimo di tregua.
Seguire lo sviluppo di un amore acerbo, tra Cecilia e Robbie, e scoprire come l'affetto possa celarsi dietro l'odio è stato illuminante, pochi autori riescono a descrivere questo sentimento per quello che è, ovvero una continua contraddizione.
Non sapete quanto sia stato frustrante assistere alle vicende di questo romanzo; essere testimoni di una palese innocenza e di una arrogante ed infantile saccenteria, sentendosi impotenti, impossibilitati ad agire in favore della vera vittima.
E' infine affascinante vedere come in una stessa opera, l'autore riesca ad utilizzare tre differenti stili in corrispondenza di tre contesti completamente differenti, abbiamo infatti una prima parte in cui ci immergiamo nei frivoli drammi di una famiglia benestante del 1935 grazie ad una scrittura dai tratti romantici e incentrata sulla descrizione degli ambienti e della natura circostante. Nella seconda parte veniamo invece catapultati nel campo di battaglia dove veniamo profondamente colpiti dagli orrori della guerra la cui gravità viene accentuata da una crudezza e da una impietosa accuratezza nello stile. Abbiamo, infine, la terza parte in cui seguiamo il doloroso percorso di Briony, che si rivelerà tuttavia infruttuoso. Segue un epilogo in cui veniamo informati del reale destino di tutti i personaggi e in cui ci rendiamo conto di come la vita non premi sempre i 'giusti' e i 'buoni' e veniamo finalmente liberati dallo stupido cliché del lieto fine. Un amarezza addolcita solo da un paio di dolci e malinconiche scene in conclusione.
Voto: 8.5/10
Sì, avete visto bene. Ho ampliato la scala delle votazioni per rendere le mie valutazioni più sfumate e realistiche, di modo che non tutti i libri sembrino essere perfetti e irraggiungibili :) questa è la mia personale opinione di questo capolavoro di McEwan e desidero leggere molto di più dell'autore che mi ha stregata con la sua capacità di descrivere il mondo e gli esseri umani, nelle loro fragilità e complessità. Spero vi piaccia questa mia recensione e alla prossima!
Bellissimo commento, parole toccanti, profonde riflessioni, sei una lettrice attenta e sensibile, fai crescere la voglia di leggere in chi fequenta il tuo blog!
RispondiEliminaCiao,
Anna
Grazie mille, grandi romanzi ispirano grandi ragionamenti! ☺
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