lunedì 8 maggio 2017

Io sono un Gatto


     Autore: Natsume Sōseki

   Trama: il Novecento è appena iniziato in Giappone e l'era Meiji sta restituendo a questa nazione il suo splendore, rendendolo un paese moderno. Il nostro protagonista è un gatto senza nome che grazie al suo sguardo cinico e ironico ci fa vedere le contraddizioni e la follia che si celano dietro a quest'aria di innovazione.

  Edizione: Beat

        Commento: ho cominciato a leggere questo libro semplicemente perché affascinata da questo bizzarro titolo e dall' esotismo del nome dell'autore. Chiunque pensando alla Terra del Sol Levante non può che esserne 'sedotto' ed è possibile che questo libro sia finito nella mia libreria solo perché è ambientato nella Tokyo degli anni '10. Ma ora mi pento di questa mia superficialità. Ad una prima lettura questo romanzo può sembrare divertente e leggero, ed è così, non
fraintendetemi, ma dietro a questa freschezza, dei temi importantissimi aspettano solo di essere trovati per essere analizzati e capiti.
Il nostro protagonista vive una vita sostanzialmente sedentaria e noiosa, ma ciò che ci interessa è il mondo che ruota intorno alla casa che lo ospita. Grazie alle descrizioni di questo gatto, dotato di un'intelligenza superiore, possiamo comprendere quale confusione avesse suscitato il passaggio di secolo nelle menti dei giapponesi.
Ci viene mostrato un mondo ancora antico nelle tradizioni che fa fatica a sopportare le ondate del progresso; kimono e geta in legno di paulonia al fianco di bombetta e cravatta, una miscela strana ed interessante.
Il vero focus è, però, sull'insensatezza che le conversazioni e i pensieri dell'epoca moderna possono raggiungere, pettegolezzi futili ed intellettualismo sterile che riempiono le giornate del Padrone, Kushami, un professore di inglese ignorante, ma saccente, e dei suoi amici tra i quali ricordiamo lo scherzoso Meitei e Kangetsu, lo scienziato.
Non ho paura di rivelarvi che a volte il romanzo mi è sembrato interminabile e a tratti anche noioso, ma è il finale che mi ha sorpresa, travolgendomi con una successione di emozioni che raramente ho provato per un romanzo.
Le ultime pagine fanno trasparire il pensiero dell'autore in un flusso di idee facile da comprendere e che ci fa sentire vicino a qualcuno che ha vissuto un secolo fa, come se stessimo parlando direttamente con lui, in una conversazione priva di astrattezze e sofismi inutili. Il finale mi ha realmente lasciata spiazzata, desiderosa di leggere tutto il possibile di questo autore. Sono sincera quando dico che la lettura di questo libro per me vale anche solo per le ultime dieci frasi.

Voto: 10/10

Spero realmente che queste mie parole vi abbiano convinto a leggere questo classico. Non credo di avere molto altro da dirvi, le mie parole mi sembrano insufficienti per descrivervi quello che questo libro mi ha trasmesso, ma credo di aver dato del mio meglio. Lasciatemi un commento e continuate a seguirmi per ulteriori recensioni, scusate la lunga assenza e alla prossima!

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