lunedì 30 gennaio 2017

The Founder



        Regista: John Lee Hancock

        Trama: Ray Kroc, un cinquantenne venditore di frullatori nell'Illinois, viene a conoscenza dell'esistenza di una piccola catena di fast food degli anni '50 fondata dai fratelli Mac e Rick McDonald. Incuriosito dal metodo e dalla velocità del servizio e riconosciutone il potenziale, decide di mettersi in affari con i fratelli per poi liberarsi dei due e costruire un impero da miliardi di dollari.



       Commento: per l'intera durata del film mi sono trovata ad affrontare una continua alternanza di emozioni contrastanti; ho provato una grande ammirazione per il protagonista che si contraddistingue per la sua ammirevole forza di volontà e per la sua perseveranza (parola chiave dell'intero film), ma allo stesso tempo la, a mio parere, magistrale interpretazione di Michael Keaton ti spinge ad odiare il personaggio sempre di più, poiché si rivelerà spietato, a tratti disonesto e senza cuore nei confronti dei fratelli che riescono a commuoverci con il loro profondo amore reciproco e con la loro innocente ingenuità.
Ray è un sognatore, è un uomo che mette tutto se stesso nelle sue idee e nei suoi progetti, anche se questi si riveleranno infruttuosi e fallimentari; è un uomo che non accetta di vivere nell'insoddisfazione e nell'insuccesso e per questo si lascia travolgere da ogni nuova occasione che gli si presenti senza però valutare i pro ed i contro. Alcuni esempi li possiamo estrapolare dalla sua vita prima del colpo di fortuna che lo porterà a possedere McDonald's, infatti si è ritrovato spesso a dover supplicare i compratori perché dessero solo un occhiata al suo prodotto, che fosse un multi-mixer, un tavolo pieghevole o un bicchiere di carta.
Ad accompagnarlo, almeno nella prima parte delle sua avventura, abbiamo sua moglie Ethel (l'attrice Laura Dern) che, nonostante le continue scelte sbagliate ed il bizzarro comportamento di suo marito, decide di appoggiarlo completamente, mostrandoci come, almeno da parte sua, ci fosse del vero amore. Anche lei però sarà vittima della quasi brutale determinazione di lui nell'avere sempre qualcosa di più, infatti il protagonista la lascerà per un'altra donna, Joan Smith.
Penso che il colpo di grazia ci venga dato quando, in conclusione, scopriamo che Ray, inesorabile, dopo aver privato i fratelli di tutto ciò che avevano costruito e perfino del loro cognome, dopo aver rubato le loro royalties con contratti non troppo chiari, decide anche di fondare una filiale della, ormai sua, compagnia di fronte all'ultimo ristorante rimasto nelle mani di Maurice e Richard (a San Bernardino, California), destinandoli ovviamente al fallimento.
Questo film, infine, ci va riflettere molto su ciò che siamo disposti a sacrificare pur di avere fama e potere, ma più che altro ci chiediamo se riusciremmo ad essere senza scrupoli tanto quanto Ray in nome del Sogno Americano.

     Voto: 5/5

   Ovviamente io sto valutando il personaggio e non la persona, il film e non la sua vita, per quanto i fatti siano tutti realmente accaduti. Spero questa mia prima recensione filmesca vi sia piaciuta e alla prossima!

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